Sta per concludersi la mostra del fiorentino Mauro Baroncini al Bar Baraonda di Vicchio, inaugurata il 3 Maggio scorso. Un esposizione che ha permesso di conoscere un pittore poliedrico, che offre una varietà curiosa di tecniche e di soggetti. Lontano dalla " macchia " Baroncini è a tratti iper realista; comunque amante e brillante nella rappresentazione dei particolari, siano essi un nudo, una natura morta, una finestra o delle barche ormeggiate. La sua caratteristica principale sembra propio l'attenzione al dettaglio ( la grata, il muro) cui invita, con tagli particolari, lo spettatore. Una caratteristica che ha radici lontane, nell'ammirazione giovanile per i particolareggiatissimi disegni anatomici, rinvigorita dall'attule passione per la fotografia. Come succede a molti, Baroncini (che ha freguentato l'Istituto d'Arte di Firenze) dopo anni di stop forzato, dovuto a inpegni di lavoro e familiari, ha ora ripreso in mano con continuità la tavolozza, che già tante soddisfazione gli aveva dato nelle sue prime mostre fiorentine di qualche anno fa. E non lo fa da solo, essendo socio attivo dell'associazione culturale "Dalle Terre di Giotto e dell'Angelico". Di lui, quindi torneremo presto a parlare.
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MOSTRE D'ARTE
Sta per concludersi la mostra del fiorentino Mauro Baroncini al Bar Baraonda di Vicchio, inaugurata il 3 Maggio scorso. Un esposizione che ha permesso di conoscere un pittore poliedrico, che offre una varietà curiosa di tecniche e di soggetti. Lontano dalla " macchia " Baroncini è a tratti iper realista; comunque amante e brillante nella rappresentazione dei particolari, siano essi un nudo, una natura morta, una finestra o delle barche ormeggiate. La sua caratteristica principale sembra propio l'attenzione al dettaglio ( la grata, il muro) cui invita, con tagli particolari, lo spettatore. Una caratteristica che ha radici lontane, nell'ammirazione giovanile per i particolareggiatissimi disegni anatomici, rinvigorita dall'attule passione per la fotografia. Come succede a molti, Baroncini (che ha freguentato l'Istituto d'Arte di Firenze) dopo anni di stop forzato, dovuto a inpegni di lavoro e familiari, ha ora ripreso in mano con continuità la tavolozza, che già tante soddisfazione gli aveva dato nelle sue prime mostre fiorentine di qualche anno fa. E non lo fa da solo, essendo socio attivo dell'associazione culturale "Dalle Terre di Giotto e dell'Angelico". Di lui, quindi torneremo presto a parlare.
Bruno Confortini